Il valore della scherma nelle “lame” che fanno luce oltre il buio in cui può ritrovarsi una donna operata di tumore al seno. È qui tutto il senso, la missione e la sfida, del progetto Nastro Rosa, uno dei fiori all’occhiello delle attività che la Federazione Italiana Scherma ha messo in campo nell’ambito delle iniziative risultate vincitrici nei bandi promossi da Sport e Salute per la diffusione dell’attività sportiva. Al momento ben undici società schermistiche in tutta Italia (Podjgym Avellino, CS Arno, Frascati Scherma, I Marsi, CS Empoli, CS Terni, Pietro Micca Biella, CS Sassarese, Accademia Schermo Fermo, CS Anzio e CUS Cassino) hanno aderito al progetto e altre ancora sono pronte a unirsi alla schiera di un lavoro dall’altissimo contenuto sociale.
Proprio per la grande importanza che tale progettualità riveste, il Consiglio federale presieduto da Paolo Azzi, nella riunione svoltasi lo scorso marzo a Pisa, ha deciso d’istituire un Gruppo di lavoro ad hoc con l’obiettivo di creare una piattaforma in cui inserire le prime informazioni sullo sviluppo dell’iniziativa. Una banca dati condivisa, a disposizione delle società che stanno avviando il lavoro in questo periodo. Linee guida concordate ed efficaci, dal punto di vista operativo e tecnico.
Il Gruppo di lavoro ha nel Vicepresidente federale Vincenzo De Bartolomeo la figura di referente del Consiglio, con Paola Guarneri per la Segreteria della FIS, ed è composto da Cinzia Sacchetti, “pioniera” del Nastro Rosa in Italia e responsabile dei tecnici, Leonardo Sciarpa, Carmelo Alvino, Marina Passaseo, Annalisa Avancini (psicologa dello sport) e Francesca Facioni che fa anche da ideale testimonial del progetto.
“Un team che, con passione e professionalità, è già operativo per portare avanti un lavoro a cui la Federazione tiene tantissimo – spiega il Vicepresidente della FIS, Vincenzo De Bartolomeo –. Nastro Rosa segue la sensibilità avuta con lo sviluppo del settore Paralimpico, per finalità sociale e perché mette la scherma a disposizione delle équipe mediche impegnate nella riabilitazione delle donne operate di tumore al seno. Tutto, com’è noto, nasce dalla maestra Cinzia Sacchetti che ha portato in Italia e sviluppato delle esperienze internazionali su una tematica che aveva nel frattempo vissuto anche altri approcci. Ora il Gruppo di lavoro farà sintesi e metterà in rete le esperienze per offrire una proposta da diffondere ancor di più su tutto il territorio italiano. È un impegno cominciato già da qualche anno, dialogando con realtà scientifiche e universitarie, che ci ha portato ad esempio a Cagliari a lavorare in sinergia con il mondo accademico, collaborazione che ha vissuto un momento molto significativo nel novembre 2021. Ora, grazie anche ai progetti di Sport e Salute, daremo ulteriore impulso a questo lavoro, siamo già pronti per un webinar e un incontro in presenza con i tecnici coinvolti. Un valore speciale assume poi la nostra atleta Francesca Facioni con la sua testimonianza, che simboleggia quella di tante altre donne capaci, anche attraverso la scherma, di affrontare e superare nel migliore dei modi un momento molto duro della propria vita”.
Fu proprio Francesca Facioni, volto noto alla famiglia della scherma e in prima linea ora per Nastro Rosa, a raccontare, in occasione della presentazione ufficiale del progetto a Terni, la sua esperienza personale. Parole dal profondo significato: “Sono stata operata nel novembre del 2020, dopo l’intervento sono diventata mancina per paura di riutilizzare il braccio destro e la scherma ha rappresentato un aiuto preziosissimo in tutto il percorso oncologico. Mi ha insegnato a tirare fuori la forza per affrontare le sfide e a rialzarmi dopo una caduta. Consiglio questo sport a tutte le donne che sono state operate al seno ed è proprio per tale motivo e vissuto che credo fortemente nel progetto Nastro Rosa”.